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Laura Omacini. Le beatitudini

 Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, 7.10 – 6.11.2022

A cura di / Curated by  Elisabetta Barisoni

Selezionata nel 2021 da Ca’ Pesaro per il Premio Level 0 di ArtVerona, Laura Omacini ha voluto creare per la project room al piano terra del Museo una nuova serie di opere intorno a un soggetto profondamente legato alla città di Venezia, che da anni documenta attraverso fotografie, schizzi ed appunti.

Le impalcature, con il loro arrampicarsi intorno agli edifici, le loro velature e camuffamenti, sono trattate come un elemento caratteristico del paesaggio cittadino, il cui equilibrio necessita di continue cure e attenzioni. Presenze al contempo benefiche e invasive, costanti e impermanenti, queste costruzioni vengono estrapolate dal contesto urbano e riportate su collages che raccolgono frammenti di immagini tratte da riviste e quotidiani locali, trasformandosi in membrane contenitive di un racconto del presente, tra le cui increspature possiamo intravedere una serie di connessioni e rimandi simbolici.

La tensione tra lo spessore del collage e la superficie del film pittorico, insieme al contrasto tra l’opacità delle luci e la trasparenza delle ombre, ricrea un movimento acquatico che scompone e deforma la visione, unendo il fondale ai riflessi del cielo. Si originano così composizioni che richiamano simultaneamente l’intimità della casa, della cura, del gesto quotidiano, e l’alterità del mondo, la sua interferenza, il suo caos generativo, aprendo a una molteplicità di interpretazioni e letture diverse.
Il titolo della serie evoca un percorso verticale, invitando lo sguardo a scalare l’immagine attraverso i diversi piani della rappresentazione.

Selected in 2021 by Ca ‘Pesaro for the Level 0 Award of ArtVerona, Laura Omacini wanted to create for the project room on the ground floor of the Museum a new series of works around a subject deeply linked to the city of Venice, which for years she has documented through photographs, sketches and notes.

The scaffolding, with their climbing around the buildings, their veils and camouflages, are treated as a characteristic element of the city landscape, whose balance requires continuous care and attention. Presences at the same time beneficial and invasive, constant and impermanent, these constructions are extrapolated from the urban context and reported on collages that collect fragments of images taken from local magazines and newspapers, transforming themselves into containing membranes of a story of the present, among whose ripples we can glimpse a series of connections and symbolic references.

The tension between the thickness of the collage and the surface of the pictorial film, together with the contrast between the opacity of the lights and the transparency of the shadows, recreates an aquatic movement that breaks down and deforms the vision, combining the backdrop with the reflections of the sky. Thus compositions arise that simultaneously recall the intimacy of the home, care, the daily gesture, and the otherness of the world, its interference, its generative chaos, opening up to a multiplicity of different interpretations and readings.
The title of the series evokes a vertical path, inviting the eye to scale the image through the different levels of representation.